non sto male quando il mondo non c’è o non mi dà quel che mi aspetto..
male sto quando io non sono.. e quando in ciò che faccio non trovo grazia.. negando dunque a me stessa, quel che io, al me, chiedo..
e la maggior parte delle volte, è vero, nulla m’aspetto..
ma per il resto del tempo m’accorgo invece di desiderare qualcosa, altroché..
che poi qualcosa..
chissà cosa?..
un fulmine o una carezza..
oppure solamente una plausibile conseguenza..
un passo che sia avanti all’altro e non in contraria direzione..
un’evoluzione oppure anche solo uno sguardo laterale..
un pensiero antico detto con parole nuove..
o una fiducia che pur non avendo necessità di quotidiana prova, quella verifica, di giorno in giorno (e instancabilmente) non manchi a sé stessa di regalare..
non perché si deve..
non per non dimenticare..
né per aver la sensazione di vivere e non di vegetare..
..
(ci sono perché che non si dovrebbero mai indagare..)
non sottovaluterei la pacificante condizione del vegetare, tanto immeritevolmente vituperata in questo frenetico e smodatamente ambizioso mondicello
RispondiEliminaeh.. come darti torto?.. l'accidiosa che m'insidia ringrazia..
RispondiElimina