sento come di dovermi recuperare, a volte..
magari lungo lo srotolarsi d’un sentiero che si lasci immaginare qual anche solo bozza di percorso..
forse a linea zigzagante in mezzo a un prato, somiglia, e disegnata a forma di..
ciuffi..
ciuffi d’erba spettinati dallo scalpiccìo di piedi bambini ai quali senz’altro su e giù fosse piaciuto corrersela e ricorrersela e poi corrersela (ancora), di e da e per.. frenesia ma..
senza..
(senza) fretta..
cosa.. (così)..
così.. (ormai)..
(ormai).. talmente..
(talmente).. dimenticata..
mi prendo per le orecchie, allora, e assisto con le mani piantate sui fianchi al mio interno dibattermi entro capricci per i quali non ho davvero più l’età (maporcamiseriaancheallanagrafeimpicciona)..
’dai su, - dico - .. è ora di andare.. di rientrar nei ranghi.. di riacquietar lo spirito..’
e torno a casa..
però domani mi ci riporto..
qui(là).. sul prato a scorrazzare..
(sì, ok.. ma..
me lo prometto?..)
me lo prometto?..)
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