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regalo tempo, quest’anno.. lo sottraggo a certi sogni dei quali sorrido, atto che fino a poco più di quello che potrebbe essere anche solo un secondo fa mi sarebbe apparso più cattivo che blasfemo.. eppure mi trasformo, e questo dopo che la volontà di farlo è stata abbandonata, pollicina senza sassolini lungo il mancato sentiero che si snoda tra la boscaglia del diventare (qualcuno, nessuno, diverso, lo stesso).. prevedo storcimenti di naso.. ché non è il tempo d’altri che si vuole, è il proprio che sol si crede di volere.. mi consola pensare al riciclaggio dell’anno a venire.. io il mio tempo regalato non riconoscerò e agli altri il loro comunque in percezione mancherà.. e tra i pieni e i vuoti mi sarà dato di ravvisar figure.. ho poi capito che questo è sempre stato tutto quanto, magari mascherato con altre parole, io abbia mai chiesto..
talvolta basta un piccolissimo, quasi impercettibile, atto della volontà per uscire dalla boscaglia...
RispondiElimina.. grazie per le tue parole, Luigi.. un sorriso :)
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