sfinita d’ansia e di me.. così assolutamente sconfitta da ogni silenzio che m’incalza a guardare.. guarda mi dice guarda apri gli occhi.. ma io no.. quelli io li tengo così.. infinitamente spalancati sull’interno.. intanto (forse) perdo tutto quel nulla che è fuori e che vien chiamato vita.. piatta.. piatta e malata d’orgoglio.. abnorme nascondiglio la mia pena che non c’è.. ma io la ricostruisco.. ogni giorno.. e ogni giorno è là che torno come se fosse casa che mi ferirebbe il pensare abbandonata.. sola sicurezza è in quel dolore.. vuoto d’anima e ingorgo di perché.. lo raccolgo muta e sola.. ché così è e così è che lo penso dover d’essere.. senza soluzione il mio innamoratissimo disamore per me.. senza intenzione ogni distacco che pur mi rimprovero.. il mio corpo è l’arto fantasma d’ogni spirito che mancando mi si fa immaginar desiderabile.. impossibile qualunque resa all’essere..
(tangibile?..)
02/11/09
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