le domande che non mi faccio più
sono suono costante d’interferenza che filtra l’altrimenti puro sentire.. ho un
buon sapore in bocca, ho un’indecenza d’espressioni indotte da code di pensieri
vaghi, ho una faccia brutta di dolori non affrontati, ho cocci di minuti voluti
consumare.. domande non ne ho più.. ho interferenze, però.. e ho da imparare a
sostituire il giudicare col discernere a impedire di finir le scelte, oltre che
gli interrogativi..
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