ammalo aria coi miei respiri..
(a volte sembra così)..
impudenza d’esserci e d’esserci volere..
(sì.. a volte sembra proprio così)..
d’assoluto non-merito è il consapevolmente troppo spazio occupato, ove indubbiamente dal me sottratto a cose che ben meglio del me lo saprebbero riempire..
esperimenti di dissociazione varia e improvvisata mi distolgono a spicchi l’attenzione..
mi scopro devota al negativo di dissolvenze degne del miglior effetto-nebbia mai pensato..
in mini-pixel di staticità cerco di ritirarmi..
la definizione inseguita ha sapore d’infinito..
(non-ricalcabile)..
ed è tanto più anelata quanto più aderente a quel pietoso ‘così poi non ci penso più’ cui sappia (quando sa) farsi presupposto..
improvviso desiderio (ma pressante, mica robetta) d’archiviazione talmente netta da assomigliare a..
a insieme di lettere tipo..
tipo ‘una volta per tutte’..
il che mi ricorda (prepotente.. chissàperché?) un’altra parola..
(è poi un nome)..
un quarto..
un senza titolo..
un eppur presente..
un quasi..
macché quasi e quasi..
insomma..
sulla fine..
(non era poi il protagonista, quel d’artagnan?)..
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