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mi s’assesta il divenire.. mi si srotola, quasi.. filo impigliato in qualche gancio.. sinistro da manuale.. resta lì, poi, freddo e solo sole, nuda e a scomparsa, l’anima che ho senza possederla.. le mani invece aggrappano angoli di tutto.. sostanza molecolare.. aggregato di materia.. legno che scheggia e crepa rende vivo.. roba che il pensiero si dispone a credere in potenza sopravvivibile a qualsiasi ‘me’.. la assaggio con le mie dita finite di contorni.. e sento che forse avrebbe gusto amaro pure l’eternità..
Dopo millenni...ho visto il link...P.
RispondiEliminaera piccolino.. un linkino ;)
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